Chiesa della Madonna della Grotta a Ceglie Messapica

Chiesa della Madonna della Grotta a Ceglie Messapica

L’articolo che segue è stato scritto da Pierluigi Papa, curatore del sito www.brindisimedievale.blogspot.com.

Si tratta di un interessante post sulla bellissima chiesa rupestre della Madonna della Grotta a Ceglie Messapica, una delle località più interessanti dal punto di vista storico, culturale e architettonico della Puglia e dell’intero Sud d’Italia.

Un sito assolutamente da visitare e pubblicizzare.

 

Particolare della Chiesa della Madonna della Grotta

Particolare della Chiesa della Madonna della Grotta

Nel cuore della Valle d’ Itria, in un tipico paesaggio rurale di Ceglie Messapica, sulla strada che collega la città con la vicina Francavilla Fontana, è situata una delle numerose chiese rupestri presenti nel brindisino: la chiesa di Madonna della Grotta.

STORIA

Nella prima metà dell’ VIII secolo d.C. dall’ Oriente giunse in Puglia un gruppo di monaci dell’ordine dei basiliani¹, perseguitati dall’imperatore bizantino Leone III Isaurico², i quali costruirono alcune chiese rupestri nelle aree circostanti la città, tra cui San Michele e le Croci.

Non si hanno molte fonti che testimoniano le fasi dei lavori di costruzione fino al XIV secolo quando il maestro-architetto Domenico de Iuliano³ costruì la chiesa di Madonna della Grotta, a fianco, con molta probabilità, di un antico chiostro utilizzato dai pellegrini che si recavano al santuario per omaggiare la Madonna durante la stagione primaverile.

Nel 2007 un gruppo di blogger cegliesi decise di lanciare una propaganda a sostegno di questo monumento affinché possa essere tutelato, conservato e valorizzato.

Nel 2015 l’on. Michele Ciracì⁴ decise di esporre un’ interrogazione parlamentare per salvare questo monumento da una scomparsa quasi certa, fondando un comitato di cittadini cegliesi, denominato “S.O.S. Madonna della Grotta”⁵.

ARCHITETTURA

Le pareti dell’edificio sono alte e snelle, interrotte da un vecchio portale e dal rosone⁶, del quale rimane la ghiera esterna, che fa attraversare la luce all’interno dell’edificio.

La facciata, realizzata secondo lo stile del bugnato rustico⁷ presenta il rosone, e il campanile a vela⁸ ad un fornice e un altro aggiunto nei secoli successivi.

Le pareti interne sono larghe 6 metri e lunghe 22 metri dove si possono trovare dei bellissimi affreschi risalenti al periodo bizantino, come l’affresco dedicato a Sant’Antonio Abate⁹, situato alla sinistra dell’abside, di cui è oggi visibile solo la parte superiore.

Un altro raffigurante la Vergine con il Bambino, anch’esso nello stesso stato di conservazione di quello di Sant’Antonio Abate, si trova in una nicchia ricavata in una cappella da un’altare litico.

Il tetto della chiesa è formato da un doppio spiovente embricato tipico dello stile gotico, mentre la pavimentazione è dello stile ipogeo dell’area jonico-salentina, come per esempio la pavimentazione della Cattedrale di Otranto.

Superato il portale e la gradinata, si prende la scalinata e si scende giù dove si può ammirare una bellissima grotta, simile a quelle di Castellana Grotte, in provincia di Bari, dove fanno da cornice a una cripta con i suoi stallatiti e stalagmiti agli altari e le scalinate.

La cavità prosegue per altri 40 metri tra bassi e stretti passaggi.

 

Bibliografia • Franco Cardini e Marina Montesano,Storia Medievale, Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, p. 225 (vedere (*) nelle note) • Jurlaro Rosario, Un ignorato architetto del Trecento: Domenico De Juliano, nell’ “Osservatore Romano”, n.155, 8 luglio 1964, p.5

Sitografia 1. www.altosalentorivieradeitrulli.it/ 2. www.treccani.it 3. www.camera.it

Note ¹ Ordine monastico che si ispira alla regola di San Basilio Magno (Cesarea in Cappadocia, 329- 379), e il rito poteva essere celebrato sia in lingua latina sia in lingua greca.

² (Germanicea, circa 675-741). E’ stato imperatore bizantino, basileus, dal 717. Fu il promotore, attraverso una serie di editti, per eliminare il culto delle immagini sacre. Questo processo è denominato Iconoclastia (*), termine che deriva dal greco εἰκών -eikón, “immagine” e κλάω -kláo, “rompo”, che significa “distruzione delle immagini”.

³ Sulla facciata destra della chiesa, è situata una epigrafe dove viene recato il nome dell’architetto vissuto nel Trecento. Ma chi è effettivamente De Juliano? Potrebbe essere un architetto proveniente da Giuliano di Lecce, attuale frazione di Castrignano del Capo, nel capo di Leuca, e questo non è l’unico caso che il nome di un artista venga associato al luogo di nascitacome nel celebre esempio di Leonardo proveniente dalla città di Vinci, nei pressi di Firenze, oppure potrebbe essere uno dei discendenti dei Juliano di cui si hanno tracce nel XVI nella città di Ostuni.

(Ceglie Messapica, 25 agosto 1969). Laureato in scienze politiche. Iscritto al Partito della Libertà (P.D.L.) di Silvio Berluscioni, vecchia Forza Italia (F.I.) e viene proclamato deputato il 25 giugno 2014.

Comitato costituito da cittadini cegliesi per salvare l’edificio. La prima riunione si è tenuta presso la sede del comitato “Amici del borgo antico” venerdì 2 ottobre 2015.

Elemento architettonico utilizzato nelle chiese durante il Medioevo. Si tratta di una grande apertura circolare a raggiera, tipiche delle chiese dell’ordine Romanico e Gotico, il quale è situato al centro della facciata in asse con la porta principale.

Si tratta di un parametro esterno utilizzato da bugne o bozze, cioè da conci dalla forma quadrandolare. Ci sono vari tipi di bugnato: liscio e gentile, cuscinetto e diamanto. Questo genere di bugnato è caratterizzato da un notevole aggetto e la sua superficie è sbozzata.

Si tratta di una delle tipologie di campanili da una sottile superficie leggera situata sopra la copertura della chiesa ed aperta mediante tramite una o più luci dove vengono sistemate delle piccole campane. Questa tipologia di campanile può essere sormontata da un frontone e dal timpano.

(Qumans, 251 circa-deserto di Tebaide, 17 gennaio 357). Eremita cristiano e viene considerato come il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati. (*) Franco Cardini e Marina Montesano,Storia Medievale, Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, p. 225: “Fu appunto lui a proibire in tutto l’impero il culto delle immagini sacre, che anzi furono per decreto sovrano condannate all’eliminazione. La distruzione delle immagini (detta con parola d’origine grecaiconoclastia) fu all’origine di una lunga crisi che si trascinò lungo tutto il secolo VIII e parte del IX” (Articolo scritto da Pierluigi Papa, curatore del sito www.brindisimedievale.blogspot.com) (Foto da: www.nicolaciraci.it e www.brundarte.wordpress.com).

 

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About the Author: Maria Paola Macioci