Le vestali

Le vestali

Il popolo romano non si distinse mai per una spiccata spiritualità, ma si comportò sempre in modo estremamente formale riguardo alla religione: chi contravveniva alle regole stabilite dalla legge e dalla comunità, incorreva in conseguenze gravissime, addirittura la morte.

Era questa la punizione prevista per quello che probabilmente rappresentava il sacrilegio più grave in assoluto, ovvero unirsi carnalmente con una vestale.

Ma chi erano le vestali?

Si definivano così le sacerdotesse di Vesta, fanciulle che avevano il compito, importante e tenuto in grande considerazione, di alimentare il fuoco sacro simbolo della città e del suo continuo rinnovamento.

La verginità era un requisto imprescindibile per una vestale e perderla equivaleva a perdere la vita stessa.

Le fonti antiche non menzionano, fortunatamente, molte coppie vittime di tale trattamento, anche perché la pena prevista era talmente grave da costituire già di per sé un deterrente efficace, ma verso la fine dell’età repubblicana, l’accusa di aver sedotto una vestale si trasformò in una pericolosa arma politica utilizzata da alcuni per sbarazzarsi degli avversari.

A farne le spese, nel 73 a.C., fu anche Catilina, che riuscì però ad essere scagionato grazie all’eccellente difesa del suo brillante avvocato, Quinto Lutazio Catulo, il quale gli evitò, grazie all’ottima arringa, la terribile condanna di essere pubblicamente fustigato fino alla morte; fortunata fu anche l’altra parte in causa, non una vestale qualsiasi, bensì Fabia, la bella e giovane cognata di Marco Tullio Cicerone, che, se ritenuta colpevole, sarebbe stata sepolta viva.

Nonostante Catilina fosse uscito dal processo completamente pulito ed estraneo ai fatti contestatigli, un’ombra restò a perseguitarlo per il resto della vita, un sospetto infamante che verrà in seguito pretestuosamente usato da suoi nemici per screditarne la figura e l’operato (Foto da: 1.bp.blogspot.com).

 

 

 

 

 

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About the Author: Maria Paola Macioci