Viso di donna romana (affresco di Pompei)

Viso di donna romana (affresco di Pompei)

Anche le donne romane usavano le maschere per il viso.

Allora come oggi infatti, la bellezza femminile passava soprattutto attraverso una pelle del viso fresca e luminosa, che costituisse anche la base ideale del loro favoloso make-up (https://www.pilloledistoria.it//2882/storia-antica/make-up-tossico-delle-antiche-romane).

Per raggiungere lo scopo, le signore dell’Antica Roma facevano un uso abbondante di maschere per il viso a base di ingredienti naturali, di derivazione animale o vegetale.

Ne fanno menzione anche alcuni grandi scrittori dell’epoca, soprattutto Ovidio, sempre prodigo di buoni consigli nella sua Ars amatoria.

Questi erano gli ingredienti più adoperati per preparare gli impacchi, ognuno dei quali aiutava a risolvere un problema estetico ben preciso: contro le macchie della pelle si usavano le lenticchie; i bulbi di narciso avevano un potere emolliente e sbiancante; incenso, fave e lupini erano ottimi detergenti e potevano servire per impastare miracolosi scrubs; il bicarbonato di sodio cicatrizzava e sbiancava, così come pure il cumino e la radice di melone selvatico; i papaveri erano astringenti e rinfrescanti; il burro era un ottimo anti acne; la placenta di mucca leniva le ulcerazioni del viso; il fiele di toro e di asino aveva un potere schiarente su macchie ed imperfezioni; una specie di colla ricavata dai testicoli del vitello era efficace contro le dermatiti, così come pure attività curative erano associate all’effetto del fegato caldo di capra, allo sterco di vitello e di coccodrillo, all‘urina d’asino e ad altre sostanze più o meno improponibili.

Il sale infine, veniva spesso mescolato ai detergenti per una pulizia più profonda.

Dopo la maschera, il viso era finalmente pronto per il trucco (Foto da: artemagazine.it).

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About the Author: Maria Paola Macioci