
Le carni derivate dalla cacciagione erano amate dai Romani
Nell’Antica Roma la carne era un alimento esclusivo dell’alimentazione dei ricchi, in quanto molto costosa e quindi considerata un genere di lusso.
Suini, ovini, volatili da cortile e selvaggina erano le carni predilette, soprattutto le oche, che venivano consumate in svariati modi, in particolare imbottite con fichi secchi oppure accompagnate dalla salsa apiciana (ideata dal grande “chef” Apicio), preparata con levistico, pepe, semi di coriandolo e menta tritati, olio e liquamen (https://www.pilloledistoria.it/1787/storia-antica/garum-liquamen-salsa-preferita-dai-romani).
Cinghiale e lepre arrostita o marinata erano anch’essi molto graditi, mentre una considerazione a parte merita il ghiro, il quale era addirittura allevato in appositi recipienti (gliraria) dove veniva fatto ingrassare al buio per essere poi cucinato farcito con polpette di maiale, pepe e laser, una spezia del passato da tempo scomparsa (vedi https://www.pilloledistoria.it/6340/storia-antica/cucina-dellantica-roma-carne-ghiro) (Foto da: brunelli.it).
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