
I romani amavano moltissimo i profumi
Le profumerie nell’Antica Roma erano piuttosto numerose e, soprattutto, all’avanguardia per l’epoca.
Invenzione antichissima, il profumo era in voga sia nelle civiltà orientali che in quelle occidentali; a Roma, per la prima volta, questo bene divenne di uso relativamente comune.
Ovviamente solo i più abbienti potevano permettersi fragranze di lusso, con prezzi proibitivi per il popolo minuto, che però poteva orientarsi su essenze economiche di qualità inferiore ma tutto sommato decenti (vedi anche: https://www.pilloledistoria.it/13476/storia-antica/profumi-nellantica-roma-contenitori).
Ma come erano le profumerie nell’Antica Roma?
In parte lo capiamo dagli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano, dove si trovano diversi ambienti di questo tipo.
Oggi i profumi si producono a livello industriale (o artigianale) e poi si vendono in appositi negozi, ma questa distinzione non esisteva nell’Urbe e nei suoi territori.
Dai reperti pompeiani e limitrofi infatti, apprendiamo che la pressatura e l’enfleurage (tecnica estrattiva per ricavare a freddo le essenze dai fiori), avvenivano in un unico locale, davanti agli occhi dei clienti.
Insomma, le profumerie nell’Antica Roma erano insieme laboratori e botteghe.
Se ne trovavano tante in Campania, dove si coltivavano varietà di fiori molto pregiati, fra i più apprezzati per confezionare profumi.
Ciò valeva, ad esempio, per le celeberrime rose (vedi anche: https://www.pilloledistoria.it/13563/storia-antica/rhodinum-italicum-profumo-alle-rose-romani). (Foto da: tuttogreen.it).
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