Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog

Statua di Poppea Sabina

Statua di Poppea Sabina

Poppea Sabina è celebre per la bellezza, l’arrivismo, la spregiudicatezza e per essere stata una delle mogli di Nerone.

Donna ambiziosa e priva di scrupoli, disposta a tutto pur di arrivare in alto, alla fine riuscì a farsi sposare da Nerone e a raggiungere il tanto agognato potere, ma si condannò ad un destino atroce.

Su Poppea Sabina scrissi un articolo per il portale notizie.it, con tutte le note biografiche più importanti, dalla nascita alla tragica fine: lo riporto di seguito.

 

 

 

 

Volto di Poppea Sabina

Volto di Poppea Sabina

Tra le donne dell’antica Roma Poppea Sabina fu celebre per la bellezza e per il modo di vivere dissoluto e sfrontato.

Poppea Sabina: famiglia d’origine e primi mariti

Figlia di Poppea Sabina Maior, famosa per fascino e numero di amanti, e di T.Ollio, uomo politico caduto presto in disgrazia, fin da giovanissima Poppea mostrò una innata propensione per il potere ed il lusso.

Lo storico latino Tacito scrisse di lei che aveva avuto ogni dono dalla natura “tranne che un animo onesto“.

All’apparenza mite e riservata, Poppea celava in realtà un carattere ambizioso e naturalmente portato alla dissolutezza.

Sposò Rufrio Crispino poco più che bambina ed ebbe da lui un figlio, ma ciò non le impedì di divenire l’amante del giovane e gaudente Marco Salvio Ottone, amico di Nerone.

E proprio per interessata intercessione di Ottone, che nel frattempo ne era diventato il marito, Poppea conobbe l’Imperatore.

Durante un banchetto nella primavera del 58 d.C., Nerone rimase abbagliato dalla bellezza e dal fiero portamento della donna tanto da diventarne l’amante appassionato nel giro di poco tempo.

Tuttavia Poppea non era solo bella, ma anche intelligente e scaltra, e consapevole dell’ascendente che sapeva di avere sul debole e concupito amante, iniziò da subito ad allontanare chiunque le si frapponesse come ostacolo.

L’assassinio di Agrippina

Poppea entrò in conflitto con Giulia Agrippina, ambigua madre di Nerone, fece allontanare il marito mandandolo governatore in Lusitania e convinse l’Imperatore a ripudiare la legittima moglie, l’irreprensibile e dolce Ottavia, dapprima relegata nell’isola di Pandataria, infine fatta orrendamente e vigliaccamente decapitare dopo una falsa e assurda condanna per adulterio.

Come è noto, tra i tanti misfatti attribuiti a Nerone, c’è anche quello infamante di aver ordinato l’assassinio di sua madre; non appare troppo improbabile un incitamento in tal senso della stessa Poppea, desiderosa di eliminare dalla ristretta cerchia dell’Imperatore tutti coloro che in un modo o nell’altro mostravano ostilità verso la sua persona.

E infatti una volta liberatisi di ogni ostacolo, Poppea e Nerone si sposarono e nel 62 d.C. ebbero una bambina.

La tragica fine

Ormai l’ambiziosa e testarda donna aveva ottenuto ciò che desiderava da tempo: era divenuta la moglie dell’Imperatore Nerone riuscendo a rafforzare il legame con la nascita di una figlia, le era stato attribuito il titolo di “Augusta”, nessuna delle persone entrate in conflitto con lei era ancora vivente o in grado di nuocerle.

Ma proprio nel momento in cui tutto sembrava procedere meravigliosamente, la Fortuna, per sua natura mutevole e beffarda, cominciò a cambiare direzione.

La bimba avuta da Nerone morì ad appena quattro mesi di vita lasciando i genitori nel più totale sconforto, Roma fu quasi completamente devastata da un incendio, venne a galla la congiura pisoniana cui seguì la terribile punizione che portò alla morte di Petronio, Seneca e Lucano, mentre la situazione personale e politica della regale coppia peggiorava di giorno in giorno.

Particolarmente triste fu la fine di Poppea: rimasta di nuovo incinta, fu uccisa da un calcio nel ventre datole da Nerone in un accesso d’ira.

Il corpo che era appartenuto a una delle donne più belle e affascinanti che la Storia ricordi, dopo essere stato imbalsamato e profumato con essenze odorifiche, fu deposto nel mausoleo della famiglia Giulia in Campo Marzio.

Ultima beffa: lo straziante elogio funebre fu pronunciato dai Rostri da Nerone, che l’aveva uccisa (Foto da: homolaicus.it e wikipedia.org).

2 Comments

  1. Stefano Luglio 10, 2014 at 6:54 pm - Reply

    Chi troppo vuole nulla stringe………;)……

    • Maria Paola Macioci Febbraio 12, 2017 at 11:38 pm - Reply

      Beh, un po’ diciamo pure che i guai se li è cercati…

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