Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
La depilazione è una pratica di bellezza che si esegue da secoli.
Quello dei peli superflui infatti, non è un problema estetico esclusivo dell’epoca moderna.
Fin dall’antichità le donne (e gli uomini) hanno cercato di liberarsene con qualsiasi mezzo a disposizione.
Poco importava se l’operazione poteva essere equiparata ad una seduta di tortura.
Per essere belle (e belli), questo ed altro!
Dall’Antico Egitto a Roma
Le donne dell‘Antico Egitto avevano escogitato un sistema ingegnoso per rendere il corpo libero da ogni ombra, una pallina di resina da far scorrere ripetutamente sulle parti da depilare.
La naturale appiccicosità di questa sostanza, riusciva a provocare l’estirpazione del pelo alla radice, con risultati più che soddisfacenti.
Poiché i peli superflui avevano in Egitto una simbolica connotazione negativa ed erano considerati sinonimo di impurezza, non solo le signore ma anche i sacerdoti, per rispetto alle divinità, erano obbligati a depilarsi.
Essi però, di solito preferivano farlo con metodi più delicati, in genere con creme a base di oli e miele.
I romani, come è noto, erano piuttosto scrupolosi riguardo alle cure estetiche e quindi perfettamente consapevoli delle maggiori attrattive che un corpo liscio e vellutato era in grado di suscitare.
Era per questo che anche gli uomini non disdegnavano affatto la “ceretta” (Giulio Cesare non riusciva a farne a meno, https://www.pilloledistoria.it//1584/storia-antica/giulio-cesare-vanitoso-depilato).
Nelle terme cittadine non mancava mai un servo addetto alla depilazione.
La si effettuava “all’egizia”, ovvero con oli e miele, con apposite “pinzette”, con rudimentali rasoi, o ancora, con gusci di noci arroventati.
Il grande scrittore latino Plinio il Vecchio (I secolo d.C.), si è premurato di lasciare ai posteri decine di ricette sui metodi depilatori utilizzati dalla sua gente.
Alcuni di essi sono decisamente singolari.
Troviamo, ad esempio, un miscuglio a base di “bacche di sambuco mescolate con feccia d’aceto bruciata e olio di lentisco”, che assicurava la completa decolorazione della peluria in una notte.
Oriente, Medioevo ed epoca contemporanea
Non erano meno bizzarri i sistemi di depilazione usati dall’altra parte del mondo.
In Oriente le giapponesi, tanto per fare un nome, erano solite liberarsi dei peli con la pelle di pescecane essiccata e finemente sminuzzata.
L’avversione per la peluria è sempre stata così fortemente radicata nelle persone, che fin dai tempi più remoti ci si è affidati anche a sostanze chimiche altamente dannose.
Fra queste c’erano l’orpimento (solfuro di arsenico) e la calce, che non di rado finivano per procurare ustioni all’epidermide.
Questi e altri metodi a dir poco discutibili, tra cui quello di infilare direttamente nei bulbi piliferi degli aghi arroventati, erano molto diffusi nel Medioevo (https://www.pilloledistoria.it//1990/medioevo/bellezza-femminile-nel-medioevo-peeling-depilazione e https://www.pilloledistoria.it//2134/medioevo/zolfo-melone-aghi-roventi-stravaganti-cure-bellezza-nel-medioevo).
Per giungere ad una depilazione più soft ed “umana” bisogna arrivare al XX secolo.
Soprattutto dal secondo dopoguerra in poi infatti, iniziarono a diffondersi creme dolci, rasoi da donna e strisce, in grado di assicurare una pelle liscia come la seta senza rischiare micidiali effetti collaterali (Foto da: blog.libero.it).
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