Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Quali caratteristiche aveva la pasticceria rinascimentale?
Se nel Medioevo quest’arte era rimasta pressoché confinata fra le mura dei monasteri, a partire dal ‘500 essa tornò in auge e si diffuse anche fra la popolazione.
La scoperta dell’America cambiò radicalmente la gastronomia e le abitudini alimentari europee (vedi anche: https://www.pilloledistoria.it//12401/storia-moderna/lo-zucchero-cucina-rinascimentale).
Alcuni cibi fino ad allora sconosciuti arrivarono sulle nostre tavole per non lasciarle mai più.
Tuttavia i gusti erano diversi e qualche tipico piatto sudamericano subì delle modifiche, anche i dolci.
La tipica cioccolata precolombiana, solo per fare un esempio, era considerata troppo piccante.
La pasticceria rinascimentale europea fece largo impiego di vaniglia e zucchero, ma anche il cacao entrò prepotentemente negli impasti.
Le novità introdotte?
Vanno segnalati innanzitutto i confetti, più o meno gli stessi che conosciamo oggi, e la frutta candita.
Un dolce che pure andava per la maggiore era la cosiddetta “neve di latte”, a base di panna montata, zucchero ed aromi vari, molto simile alla odierna crema chantilly.
Infine si cominciò a sperimentare la pasta reale, fatta con le mandorle, una leccornia che conosciamo bene anche oggi.
Il linea generale possiamo dire che la pasticceria rinascimentale fu piuttosto ricca e decisamente meno ripetitiva e monotona rispetto a quella dei secoli precedenti.
Accanto alle novità tuttavia, si continuò con successo a preparare torte, biscotti e cialde di sapore più tradizionale (Foto da: blog.giallozafferano.it).
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