Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
I primi rudimentali fiammiferi furono inventati intorno al 1530, ma non ancora quelli in grado di accendersi da soli in un attimo grazie allo sfregamento, che sarebbero comparsi solo all’inizio dell’800, bensì semplici pezzetti di legno, canapa, canna, carta o cotone immersi in parte nella cera, quindi infiammabili.
Dar fuoco a questi primitivi fiammiferi era tutt’altro che semplice e veloce: con acciarini composti da un pezzo di acciaio e da una scheggia di selce, che venivano sbattuti insieme con forza, si cercava, con pazienza, di produrre una scintilla adatta ad incendiare un pezzettino di stoffa, con cui in seguito si accendeva prima il fiammifero e infine il combustibile.
Visto questo meccanismo un po’ lungo e tortuoso, non stupisce che preparare il fuoco per il riscaldamento domestico fosse un’incombenza pesante da lasciare alla servitù o alle donne di casa (Foto da: babilonia61.com).
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