Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Settantatré anni fa, nella gelida mattina dell’11 Gennaio 1944, Galeazzo Ciano, genero di Benito Mussolini in quanto marito di sua figlia Edda, sposata nel 1930, veniva giustiziato a Verona insieme a Emilio De Bono, Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Carlo Pareschi, colpevoli tutti di aver sfiduciato il Duce nella famosa seduta del Gran Consiglio tenutasi il 25 Luglio 1943.
Figura controversa e in effetti non priva di lati oscuri, Ciano era stato Delfino di Mussolini, Ministro degli Esteri ed indubbiamente l’indiscusso numero due del regime, ma alla fine pagò la sua aperta contrarietà all’alleanza con la Germania.
Tanto si è detto e scritto su questa pagina triste della nostra storia recente e tanto ancora, quasi certamente, si dovrà dire e scrivere (e scoprire), ma sembrerebbe che a volere la morte del giovane sia stato soprattutto Adolf Hitler e non Mussolini, impossibilitato tuttavia a salvargli la vita.
Prima di congedarsi dal mondo, Ciano rivolse a Monsignor Chiot le sue ultime parole: “Faccia sapere ai miei figli che muoio senza rancore per nessuno. Siamo tutti travolti nella stessa bufera“.
La tragica scena dell’esecuzione venne interamente filmata da un operatore tedesco ed è oggi facilmente rintracciabile e visibile anche in rete ma, a causa della sua crudezza, non ho ritenuto opportuno inserirla nel post (Foto da: venividivici.us/it).
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