Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Anche i coltelli da tavola subirono sostanziali modifiche dal Medioevo al Rinascimento, in linea con i generali cambiamenti che si riscontrarono da un’epoca all’altra.
Sappiamo che non solo la gastronomia intesa come cucina e modo di alimentarsi, ma anche le abitudini a tavola, vissero nel periodo rinascimentale un mutamento globale (vedi anche https://www.pilloledistoria.it//12401/storia-moderna/lo-zucchero-cucina-rinascimentale).
I coltelli da tavola in particolare, si ingentilirono nella forma: le linee divennero più curate, dolci ed affusolate.
Ciò fu una diretta conseguenza, anche, di una maggiore attenzione all’etichetta.
Sulle tavole rinascimentali arrivavano coltelli di diverso tipo e ad uso diversificato: c’era quello per il pesce, quello per la carne, da dolce e via dicendo, ma la punta, rispetto al passato, divenne per tutti i modelli più arrotondata.
Va da sé che la differenza di ceto contava moltissimo: solo nei banchetti dei ricchi era possibile imbattersi in veri e propri piccoli capolavori.
I nobili infatti, sfoggiavano coltelli finemente lavorati, intarsiati e scolpiti, spesso in materiali preziosi come l’oro, l’argento e l’avorio.
Di solito il loro utilizzo era limitato e non ce n’era uno per ogni commensale, bensì solo qualcuno da passarsi l’un l’altro all’occorrenza.
Infine, rispetto al Medioevo, i coltelli da tavola cambiarono anche funzione, che divenne esclusivamente quella di sminuzzare le pietanze.
In passato invece, oltre che a tagliarlo, il coltello era servito anche a portare il cibo alla bocca (Foto da: catawiki.it).
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