Maria Antonietta si difende durante il processo a suo carico

Il processo che l’ex regina di Francia Maria Antonietta subì nel 1793 fu una farsa, come la maggior parte di quelli svoltisi durante la Rivoluzione Francese, tutti, fin dall’inizio,  dall’esito scontato, ovvero la condanna a morte degli imputati.

Durante il dibattimento la donna si difese dai pretestuosi capi d’accusa con la grinta, la veemenza e l’orgoglio che le erano propri, ma restò per un attimo basita nel momento in cui le venne addebitata la colpa più grave ed infamante: l’incesto.

Ma cosa era successo?

Da settimane Maria Antonietta era stata forzatamente allontanata dal figlio Luigi Carlo, di anni 8, affidato alle cure non proprio amorevoli del ciabattino Antoine Simon e di sua moglie, incaricati di “educare” il bambino secondo i dettami rivoluzionari; fu così che il rampollo reale imparò la Marsigliese, a dire parolacce e a bestemmiare, ma non bastava ancora.

Avvicinandosi il momento di portare in giudizio la moglie di Luigi XVI e consapevoli dell’inconsistenza delle prove raccolte per dimostrarne la colpevolezza, i rivoluzionari tentarono una carta tanto a sorpresa quanto abietta: costringere il piccolo ad accusare la madre di pratiche incestuose.

Luigi Carlo, costretto a bere vino e certamente spinto da metodi poco gentili, alla fine firmò, senza rendersi pienamente conto della gravità del suo gesto, il documento incriminante.

Quando il contenuto dello stesso venne letto in aula, sgomenta, Maria Antonietta dapprima restò immobile e muta,  poi balzò in piedi e pronunciò, a sua difesa, le parole più celebri dell’intero processo:

“Se non ho risposto, è perché la Natura stessa si rifiuta di rispondere ad una simile accusa rivolta a una madre. Mi appello a tutte le madri che sono presenti!”.

Una frase istintiva e sincera che commosse persino le popolane accorse a vedere lo “spettacolo” impareggiabile di una ex sovrana condotta alla sbarra degli imputati, che però non cambiò la sorte, già scritta, di Maria Antonietta (Foto da: mariaantoniettareginacool.blogspot.it).

 

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About the Author: Maria Paola Macioci