Un atto dal notaio nel Medioevo

Un atto dal notaio nel Medioevo

L’articolo che segue è stato scritto da Mariangela Lavecchia, dottoressa in Giurisprudenza già autrice, sempre per Pillole di Storia, di questo articolo https://www.pilloledistoria.it//8674/storia-antica/dal-baratto-alla-compravendita.

 

 

 

Notaio medievale

Notaio medievale

La Legge 89/1913, comunemente detta “legge notarile”, disciplina l’ordinamento del notariato e degli archivi notarili, definendo all’articolo 1 il ruolo del notaio.

Egli è un pubblico ufficiale istituito con il compito di ricevere gli atti tra vivi e di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservarne il deposito, rilasciarne le copie, i certificati e gli estratti.

La figura del notaio trova la sua origine in Italia.

Le testimonianze di una prima attività notarile dalla quale è possibile far discendere l’istituto del notariato moderno risalgono al medioevo e sono maggiormente connesse alla città di Bologna.

La ratio di tale connessione è da ricercare, sicuramente, al pari sviluppo di altri due istituti nel medesimo periodo : comune e università, con cui i notai dovettero confrontarsi, influenzandosi  reciprocamente in positivo.

A tal proposito vi è l’antico Palazzo notarile che indica la sede della potente società dei notai, situato nel cuore della città, nel quale si custodivano i documenti notarili redatti dai notai del posto.

Nonostante l’importante ruolo attualmente ricoperto, il notaio nasce con compiti ben differenti da quelli attuali.

Durante la Repubblica Romana il notarius era il segretario dell’imperatore e dei governatori delle province avente il compito di riportare per iscritto sotto dettatura le note e di prendere appunti in occasione di discorsi pubblici o arringhe giudiziarie.

Solo nel tardo impero comparve la figura del tabellio, che maggiormente si avvicina alla figura odierna, avente la funzione di redigere le scritture private anche se non ricopriva una funzione pubblica (Foto da: notaiopierpaoloverde.altervista.org).

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About the Author: Maria Paola Macioci