Ringrazio la rivista Vivesani
Il rito del battesimo assumeva un’importanza fondamentale nelle famiglie e nelle società medievali e Firenze non faceva eccezione.
Tra il 1200 e il 1300 il battesimo veniva di solito celebrato qualche giorno dopo la nascita del bambino, o la settimana successiva al massimo, nell’antico e bellissimo battistero situato nel centro della città; all’iniziale metodo dell‘immersione, non privo di rischi (ne dà una prova Dante in Inferno, XIX, 13-20), seguì quello meno temerario dell’aspersione, che consisteva nel versare acqua sulla fronte del piccolo.
Singolare il fatto che non esistesse all’epoca un vero e proprio registro per i battezzati, ma solo due urne in cui il prete deponeva una fava o una pallina, nera per i maschi, bianca per le femmine, secondo un sistema preso a prestito da quello di voto dei consigli della Repubblica, dove il nero equivaleva al si ed il bianco al no; non ne abbiamo la certezza, ma vista la considerazione assai diversa attribuita ai due sessi, possiamo supporre che le palline bianche indicassero le bimbe (Foto da: bdp.it).
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