La ghigliottina (da una stampa d'epoca)

La ghigliottina (da una stampa d’epoca)

I documenti originali dell’epoca, dalle lettere private a quelle ufficiali, dagli atti giuridici ai giornali, ci hanno tramandato un’infinità di aneddoti sulla Rivoluzione Francese, molti dei quali riguardano le sue vittime, le migliaia di uomini e donne che, durante il Terrore, furono condannati alla ghigliottina.

Conoscere queste curiosità ci permette di sapere qualcosa di più della personalità e del carattere di persone che, altrimenti, resterebbero del tutto sconosciute, trattandosi nella stragrande maggioranza dei casi di gente comune, tutt’altro che illustre come furono, invece, altri martiri del Terrore, come il re Luigi XVI e la regina Maria Antonietta.

La maggior parte di questi uomini e donne affrontò il patibolo con un coraggio e  una dignità difficilmente immaginabili, qualcuno lo fece imprecando e maledicendo la cattiva sorte, qualcun altro piangendo, altri ancora nel silenzio assoluto.

E ci fu anche chi, a pochi minuti dalla morte, trovò la forza di scherzare e di sfoggiare tutta la sua ironia.

Fu questo il comportamento tenuto da un ex cortigiano della regina, il quale, dopo aver inciampato su uno dei gradini che lo conduceva verso il “rasoio nazionale“, come lo definiva cinicamente Marat, senza scomporsi più di tanto ed abbozzando un sorriso, girandosi verso chi gli stava vicino disse: “Dicono che porti sfortuna, se fossi superstizioso tornerei indietro!” (Foto da: parigiviaggi.it).