vini medicinali

Un uomo beve uno dei vini medicinali tanto in voga nei secoli passati

Nei secoli passati, quando le conoscenze mediche erano pressoché scarse o nulle, ci si curava con ciò che si aveva a disposizione e, tra i “farmaci” comuni, c’erano anche i cosiddetti vini medicinali.

Il vino era sempre alla base del rimedio, ma ad esso venivano aggiunti altri ingredienti a seconda del risultato che si voleva ottenere.

La Ca’ Granda, che alla fine del ‘400 era un ospedale all’avanguardia di Milano, ci ha lasciato importanti testimonianze in tal senso.

Il suo archivio infatti, è una fonte inesauribile di documenti e trattati medici.

Uno di essi è esclusivamente dedicato alla preparazione dei vini medicinali, giudicati utili a contrastare vari malanni.

Ecco i più utilizzati.

Il vino all’oro spento depurava il sangue, guariva dall’epilessia e dava sollievo ai lebbrosi.

Il vino fenicolato era considerato ottimo per migliorare la vista non più brillantissima delle persone anziane.

Il dolce e gradevole vino granato si avvaleva degli effetti benefici (reali) del melograno.

Tra il XV e il XVI secolo, lo si adoperava contro le febbri pestilenziali e il colera.

Inoltre, si pensava che migliorasse lo stato di salute delle braccia e delle gambe.

Il vino mirabile era una sorta di “antidepressivo”, poiché buono contro la “malinconia”.

Si riteneva valido anche per la salute de fegato e per limitare l’eccessiva collera.

Infine c’era il vino rosmarinato, da bere in caso di febbre, tisi e, addirittura, cancro.

Come se non bastasse, questo vino addizionato con rosmarino era considerato d’aiuto per migliorare la fertilità e in caso di inappetenza.

E’ bene precisare che, sebbene fosse il più delle volte blando, tali vini medicinali avevano davvero sull’organismo un effetto benefico, tanto che la loro preparazione è proseguita anche nei secoli successivi (Foto da: donnemagazine.it).

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About the Author: Maria Paola Macioci