Numa Pompilio si consulta con la ninfa Egeria, che gli dona le leggi di Roma

Numa Pompilio si consulta con la ninfa Egeria, che gli dona le leggi di Roma

Chi era Numa Pompilio, secondo Re di Roma e quindi diretto successore del leggendario fondatore della città Romolo?

Quale era la sua personalità e quale fu la sua attività politica ed amministrativa?

Rispondere a queste domande non è facilissimo come non lo è, in fondo, per nessuno dei Re di Roma, perché la lontananza cronologica rende le loro figure inevitabilmente per gran parte nascoste dalle nebbie del tempo, ma qualcosa di certo c’è.

Numa Pompilio nacque nel 754 a.C.; era sicuramente un uomo di stirpe sabina, poiché lo si evince dalla presenza nel suo nome della radice italico-orientale e osco-umbra pump.

La sua elezione, sembra, fu dovuta ad una scelta del Senato.

Quella di Numa fu un’epoca contrassegnata da grandi cambiamenti strutturali che finirono per mutare il volto di Roma: si deve a questo monarca la creazione delle istituzioni religiose e sociali della città.

Numa Pompilio fu un uomo di pace, saggio e accorto, animato da forte spirito religioso e prolifico legislatore: introdusse nuove forme di sacerdozio e riorganizzò completamente tutte le pratiche sacre, istituendo nuovi culti e aggiungendo festività solenni da onorare.

La storiografia romana di tarda età repubblicana, attribuisce al secondo re alcune tra le più grandi e celebri opere architettoniche della città, tra cui il primo Tempio di Giano, che quando aveva le porte aperte simboleggiava guerra mentre significava pace quando le aveva chiuse, e la nuova disposizione del Tempio di Vesta, caratterizzato dalla presenza del fuoco sacro e dal sacerdozio delle vergini vestali.

Tuttavia, l’aspetto che più conta rimarcare dell’intero regno di Numa Pompilio, durato in tutto 43 anni, è la totale assenza di guerre che la caratterizzò, situazione rarissima in epoca remota e ancor più nell’ambito della bellicosa storia romana, funestata da numerose guerre di espansione prima e di difesa poi.

Numa Pompilio morì ottantenne nel 673 a.C. salutato dall’affetto del popolo, a lui grato per il lungo periodo di pace e prosperità vissuto, tanto che una folla numerosa e sinceramente commossa si strinse attorno al feretro nel giorno dei funerali.

Il corpo dell’amato sovrano non fu arso, come di solito accadeva, ma sepolto in un mausoleo sul Gianicolo (Foto da: http://www.wikipedia.org).

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About the Author: Maria Paola Macioci