"Benito

Quella che vedete a lato è una delle rare immagini che possediamo di Benito Mussolini bambino, qui in fasce tra le amorevoli braccia della madre Rosa Maltoni, maestra elementare, moglie e madre affettuosa, gran lavoratrice e probabilmente la donna più importante nella vita del Duce.

Figlia di un veterinario, nata nel 1859 a San Martino in Strada, vicino Forlì, da giovane Rosa si innamorò, ricambiata, del maniscalco, pare un po’ ruvido e sfaccendato, Alessandro Mussolini, animato da una sincera e veemente passione per la politica, precisamente per il Socialismo, di cui era un convinto sostenitore.

Rosa tuttavia, da fervente cattolica quale era,  non avrebbe mai accettato di unirsi a qualcuno se non con un matrimonio religioso celebrato in chiesa, ipotesi inizialmente scartata dall’irruento fidanzato.

Alla fine l’amore trionfò, lui cedette alle richieste di lei e i due, finalmente, si sposarono nel 1882 a Dovia di Predappio.

Dall’unione, oltre al futuro capo del Fascismo, nacquero anche Arnaldo (1885) ed Edvige (1888).

Tra Rosa, costretta a fare il capofamiglia a causa di un marito spesso latitante, e il primogenito Benito (nato nel 1883), da lei stessa descritto come un piccolo “monello irrequieto“, si instaurò fin da subito un rapporto complice e profondo.

Rosa Maltoni, sempre molto attenta all’educazione, fece in modo che il figlio, a nove anni, venisse accettato nel Collegio dei Salesiani a Faenza (Ravenna) affinché potesse proseguire negli studi.

Fu il destino a spezzare per sempre, in modo tragico ed imprevisto, il legame tra Mussolini e sua madre, che morì nel 1905, a soli 46 anni, per un attacco fulminante di meningite.

Della figura materna, dolce e forte al tempo stesso, il Duce fece in seguito quasi un motivo di culto, tanto che presso la tomba nel piccolo cimitero di Predappio non mancavano mai gerarchi in rispettoso pellegrinaggio.

Per avere un’idea precisa di quanto la madre abbia contato nella vita, e possiamo supporre nella formazione, di Mussolini, basti pensare che nessuna figura femminile, neanche quelle della moglie Rachele e dell’amante storica Claretta, comparivano sulla scrivania dello studio di Palazzo Venezia, tranne quella di Rosa, raffigurata in una piccola miniatura (Foto da: ilduce.net).

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About the Author: Maria Paola Macioci