Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Riuscite ad immaginare una cucina senza patate?
Quasi certamente no, tanto siamo abituati a consumarle e ad amarle in un’infinità di ricette diverse, eppure l’ingresso del nostro tubero preferito in Europa avvenne solo a metà del ‘700 grazie all’intuizione del farmacista, igienista e nutrizionista francese Antoine Parmentier.
Ma ricapitoliamo.
Sebbene conosciuta da subito dopo la scoperta dell’America, la patata fu per secoli apprezzata nel Vecchio Continente solo per le virtù ornamentali: questa bella piantina abbelliva balconi, giardini e persino vestiti e acconciature delle signore, ma trovava estrema diffidenza tra le
persone ad essere consumata come cibo.
Fu Parmentier a vincere finalmente ogni resistenza e pregiudizio e a convincere non solo i contadini francesi ma anche il loro re Luigi XVI della bontà gatronomica delle patate; subito dopo averne assaggiato un boccone, il monarca, noto buongustaio, rivolgendosi proprio a Parmentier disse:
“La Francia, un giorno, le sarà grata di aver trovato il pane per i poveri“.
Sulla imperitura riconoscenza nei confronti dello studioso, Luigi XVI non sbagliava: ancora oggi la tomba di Parmentier, al cimitero Père Lachaise di Parigi, è meta di numerosi visitatori ed ornata con fiori di patata (Foto da: blog.crdp-versailles.fr).
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