Il Cassone Adimari, che raffigura un matrimonio fiorentino di metà '400 (1450 circa)

Il Cassone Adimari, che raffigura un matrimonio fiorentino di metà ‘400 (1450 circa)

Sembra proprio che nell’Italia di metà ‘400 il matrimonio, inteso come cerimonia, fosse una cosa seria, e soprattutto, costosa.

Presso la Galleria dell’Accademia di Firenze è conservato il cosiddetto Cassone Adimari, un dipinto a tempera del 1450 circa attribuito a Giovanni di Ser Giovanni, noto come “lo Scheggia“, un’opera non solo prestigiosa dal punto di vista artistico, ma importante anche sotto il profilo storico, in quanto ci consente di “partecipare” virtualmente ad un rito di nozze tipico dell’epoca, di cui possiamo ancora vedere, a distanza di secoli, tipologia, abitudini, costumi e caratteristiche esattamente così come erano.

Il matrimonio rappresentato coinvolge famiglie abbienti, un dato che si evince chiaramente dal luogo in cui esso si svolge, il Battistero di Firenze, e soprattutto dagli abiti indossati dagli invitati, decisamente sfarzosi.

A colpire maggiormente l’occhio sono i vestiti femminili, non a caso presi di mira da numerosi moralisti del tempo, disgustati dal lusso eccessivo e dalla mania di ostentazione del corpo e delle possibilità economiche che sembravano aver pervaso il gentil sesso in quel periodo; gli abiti indossati dalle signore sono lunghi, sovrabbondanti di stoffe e ricami, completati da copricapi altrettanto elaborati, un evidente sfoggio di ricchezza e vanità.

E non poteva essere altrimenti in un momento storico in cui ogni avvenimento solenne, nozze comprese, rappresentava un’imperdibile occasione per dimostrare “di valere”.

Per quanto riguarda ancora l’abbigliamento, va sottolineata tra gli abiti maschili la prevalenza del rosso, un colore molto di moda durante tutto il Medioevo, che però, di lì a poco, avrebbe perso di importanza per lasciar posto a tinte più sobrie e meno vistose (Foto da: wikipedia.org e easyart.com).

Cassone Adimari, particolare

Cassone Adimari, particolare

 

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About the Author: Maria Paola Macioci