Penna e calamaio

Penna e calamaio

Il bisogno di comunicare e di fissare i propri pensieri appartiene al genere umano fin dagli albori della civiltà, un desiderio irrinunciabile che, in assenza di mezzi adeguati e comodità, è stato fin dall’inizio soddisfatto con l’aiuto degli strumenti messi a disposizione dalla natura.

Grazie a delle semplici pietre appuntite, possiamo ancora ammirare le incisioni rupestri lasciateci in eredità dagli uomini primitivi, disegni e graffiti che costituiscono l’unico “documento scritto” di epoche lontanissime, di cui possiamo apprendere parte degli usi e dei costumi vigenti.

La prima rudimentale “penna”, più vicina a come noi la intendiamo, fu quella inventata dagli Egizi circa 5000 anni fa, un semplice rametto di canna masticato all’estremità a mo’ di pennellino, che veniva intinto nell’acqua e poi strofinato su blocchi solidi come fosse un acquerello, mentre le celebri tavolette egiziane, venivano incise con punte dure dopo essere state anch’esse ammorbidite con acqua.

La scrittura ed i mezzi per realizzarla vennero perfezionati dai Greci, che adoperavano uno stilo in osso, metallo o avorio per incidere su tavolette di cera e una cannuccia in grado di trattenere inchiostro all’estremità per annotare parole sui papiri; da quest’ultima derivò il calamo dei Romani, una sorta di penna stilografica ante litteram costituita da una piccola canna di bambù incisa ad una delle estremità che si intingeva in un inchiostro naturale che, uscendo a pressione, permetteva di scrivere in maniera relativamente agevole.

La penna d’oca, basata sul medesimo principio di funzionamento del calamo, comparve già a partire dal VIII secolo; la parte centrale, cava, conteneva l’inchiostro, che poi scendeva esercitando una leggera pressione sul foglio.

Per arrivare ad una penna più “moderna”, bisogna aspettare il 1884, anno in cui lo statunitense Lewis Waterman ideò la prima penna stilografica, dotata di un serbatoio che ne aumentava considerevolmente l’autonomia, evitando continui intingimenti nell’inchiostro, e di un pennino metallico, di maggior scorrevolezza.

Nel corso del ‘900 infine, gli ungheresi Làszlò e Gyorgy Birò rivoluzionarono il mondo della scrittura con l’ideazione della penna a sfera, capace di distribuire perfettamente l’inchiostro sulla carta grazie ad una piccola ma efficace sfera metallica rotante.

Il successo strepitoso della “biro“, dipese soprattutto dalla lunghissima autonomia consentita, che le permise di rimpiazzare la più scomoda stilografica. (Foto da: lapiazzaweb.it e scappoinbrasile.com)

Penna stilografica

Penna stilografica

 

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About the Author: Maria Paola Macioci