Busto di Alessandro Magno

Busto di Alessandro Magno

La morte di Alessandro Magno (356-323 a.C.), avvenuta quando il grande condottiero aveva solo 33 anni, è e resterà ancora a lungo uno dei grandi misteri della Storia.

Il solo fatto certo è che essa sopraggiunse improvvisa, fulminea, proprio quando il Macedone era al massimo della sua potenza fisica e politica, mentre sulle cause, nel corso dei secoli, si sono succedute infinite ipotesi e congetture, tra cui quella, fra le più accreditate, dell‘avvelenamento.

Già, ma se di avvelenamento si trattò, quale veleno lo uccise e di chi fu la mano assassina?

Anche su questi punti le opinioni sono le più disparate e, a distanza di millenni dall’avvenimento, regna il buio più fitto.

Tra le innumerevoli supposizioni avanzate, una delle più suggestive e recenti è quella della tossicologa dell’Università di Stanford (California) Adrienne Mayor, secondo la quale Alessandro Magno sarebbe morto dopo aver bevuto acqua del fiume Stige, in Grecia (oggi si chiama Mavroneri).

A tale conclusione la studiosa sarebbe giunta dopo aver attentamente esaminato i sintomi descritti nelle fonti del misterioso male che colpì il condottiero, costretto ad una dolorosa agonia durata diversi giorni prima di morire.

I sintomi accusati, ovvero abbassamento della voce, dolori addominali e febbre, dipesero forse dalla calicheamicina, una tossina prodotta da un batterio tipico delle rocce calcaree greche.

Grandi quantità di calicheamicina erano contenute nelle acque dello Stige, la cui pericolosità era  nota agli abitanti della zona.

Forse, durante un banchetto notturno a Babilonia, qualcuno offrì quest’acqua micidiale ad Alessandro con l’intento di avvelenarlo (Foto da: biografieonline.it).

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About the Author: Maria Paola Macioci